Questo metodo di lettura, nelle varie fasi del suo sviluppo, è indicato anche con i termini solmisazione e Tonic Sol-fa: è stato elaborato da Guido d'Arezzo, John Curwen, Zoltán Kodály.
L'opera pedagogica di Kodály ha dato nel corso di pochi decenni ottimi risultati (i 333 esercizi di lettura datano 1941): Roberto Goitre si meravigliò nel constatare, durante un giro artistico in Ungheria nel 1968, come tutti fossero in grado di leggere con facilità la musica a prima vista.
La solmisazione consiste nella lettura intonata delle funzioni tonali: in una fase successiva dell'apprendimento si utilizzano anche i suoni assoluti.
La lettura relativa è più
legata alla struttura musicale rispetto a quella assoluta, permettendone una comprensione
più chiara e facilitando la lettura intonata a prima vista: una canzoncina come "Fra' Martino", letta
in solmisazione, inizia con le funzioni d r m d che rimangono tali
qualunque sia il suono assoluto dal quale si inizia a cantare. Le funzioni tonali
corrispondono ai numeri con i quali i musicisti indicano il "grado", cioè la nota,
della scala: d r m d corrisponde quindi ai gradi I II III e I di qualunque scala maggiore.
Nella scrittura strumentale, cioè con l'indicazione delle altezze
assolute, la stessa canzone può essere scritta in quindici tonalità
diverse, più o meno complicate da diesis o bemolli.
Saper leggere la musica non significa saper dare un nome ai segni scritti sul foglio, ma saperli collegare al suono, o meglio saper comprendere il discorso che è formato dai suoni indicati sul foglio. A questo punto dovrebbe apparire chiaro che non è importante l'altezza assoluta dei suoni, quanto la loro funzione all'interno del discorso stesso: infatti noi riconosciamo un motivo musicale anche se lo ascoltiamo in una tonalità diversa dall'originale (cioè più acuto o più grave).
Pensando ai diversi significati che una parola come "letto" può assumere in base al contesto della frase in cui è inserita, non potremo che essere d'accordo con Giovanni Mangione,fondatore dell'AIKEM, di cui riportiamo la seguente riflessione:
G. Mangione Introduzione al do mobile, Bollettino
dell'Associazione Italiana Kodály per l'Educazione Musicale n. 2/1990,
pag. 42-43.
Citato anche nella introduzione all'edizione italiana
dell'opera Lettura e scrittura musicale di E. Szönyi,
edito da Carisch.